The debate about the "Occupy" and related movements is attracting the best minds. No matter what you thing about the particular details of what the participants are demanding, this is a good sign. Yesterday, in Newsnight (BBC2) Jeremy Paxman interviewed Michael Moore, and the interview reflected both the great potential and the limits of the movement. On Sunday, Eugenio Sclafari in La Repubblica urged the participants in these movements to get organized and influential in the political arena. "The Economist" did something similar when comparing the "Occupiers" with the Tea Party. In Italian, from Scalfari, it sounds much better:
Gli "indignati" sono indignati perché tutto ciò manca e il futuro gli è stato rubato. Sono d'accordo con loro anche perché a me e a quelli della mia generazione è stato rubato il presente e la memoria del passato e vi assicuro che non si tratta d'un furto da poco. Ma so che non è con l'utopia che si risolve il problema.
L'utopia è una fuga in avanti alla quale subentra ben presto l'indifferenza.
Il vostro entusiasmo è sacrosanto come la vostra pacifica ribellione, ma dovete utilizzarlo per la progettazione concreta del futuro, altrimenti da indignati finirete in rottamatori e quando tutto sarà stato rottamato - il malfatto insieme al benfatto - sarete diventati "vecchi e tardi" come i compagni di Ulisse quando varcarono le Colonne d'Ercole e subito dopo naufragarono.
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